Il mondo percepito dai neonati
"<Tum, tum, tum> questo suono regolare mi accompagna da sempre. Non so quando è stata la prima
volta che l’ho ascoltato, c’è da sempre e mi fa sentire al sicuro.
Sono diversi i suoni
che percepisco intorno a me, sento spesso un suono dolce e rassicurante:
“bambina mia, amore”, chissà cosa vogliono
dire queste cose ma hanno un bellissimo suono.
dire queste cose ma hanno un bellissimo suono.
Mi piace tanto
muovermi nella mia casetta piena di acqua calda, faccio le capriole, muovo le
gambe e gioco con il mio cordone.
Oltre a nuotare mi
piace tanto bere il liquido, ma non ha sempre lo stesso sapore, avvolte è dolce e mi piace, altre volte invece è più amaro. Anche il suo odore non è
sempre lo stesso.
Ogni tanto apro gli
occhi e vedo entrare nella mia casetta una leggera luce e mi piace osservarla.
Mi piace tanto la mia
casa, mi sento protetta e sicura."
Il racconto che avete appena letto è un modo
per farvi immaginare cosa succede durante la
gravidanza dentro l’utero della donna.
Spesso ci si chiede, ma il feto nella pancia cosa percepisce?
Mi sente?
Durante i primi mesi di gravidanza si formano quasi tutti gli
organi e i sensi del feto.
Il tatto si sviluppa intorno la 7a- 8a settimana
di gestazione.
Entro l’11a settimana di gravidanza la formazione dei
recettori olfattivi del feto è già completa e poco più avanti si formano le
narici (15a settimana). È il motivo per cui, già a poche ore dalla nascita, il
piccolo è in grado di percepire l’odore della mamma.
Le papille gustative si formano fra la 12a e la 13a settimana
di gestazione. Verso la fine del terzo trimestre, il piccolo è già in grado di
tirare fuori la lingua per "assaggiare" il liquido amniotico,
percependo il gusto degli alimenti che la mamma ha mangiato.
Gli occhi del feto si sviluppano tra il primo e il secondo
trimestre di gravidanza; i movimenti oculari avvengono già tra la 15a e la 17a
settimana di gestazione, mentre le palpebre restano chiuse fino alla 22a-23a
settimana.
Mentre per ultimo si sviluppa l’udito (verso la 25a-26a
settimana), riescono a distinguere i suoni, in particolare la voce materna e il
battito cardiaco materno. Durante la gravidanza molte mamme notano che il feto
scalcia o sobbalza in risposta a rumori forti, e si tranquillizza con musica
dolce e rilassante.
Ma cosa accade quando alcune settimane dopo il bambino nasce?
Cosa percepisce del nostro mondo?
“Tutto di colpo è
cambiato, non mi trovo più nella mia piccola e calda casetta. Il mondo intorno
a me è cambiato. Non sono più cullata nella mia piscina calda. Dopo la mia nascita
sono stata avvolta con delle cose calde e ruvide. Quando sono
avvolta in queste cose mi sento di nuovo al sicuro, quando invece sono tutta
nuda ho tanta paura.
Le voci sono tanto
forti e mi fanno tanta paura e non sento più quella voce dolce che sentivo
prima. Tengo gli occhi chiusi perché la luce è davvero forte e mi dà molto
fastidio.
In questo momento sto
piangendo, voglio far capire che ho paura, mi sento persa, non conosco ciò che
mi circonda e mi sento in pericolo. L’unico modo che conosco per comunicare con
il mondo è piangere e spero che qualcuno mi aiuti.
Dopo un po’ qualcuno
mi prende e finalmente sento un odore e una voce familiare, è lei la riconosco
non so bene chi sia ma con lei mi sento al sicuro.
Tra le sue braccia
sento il “tum, tum” del suo cuore, la sua voce, il suo odore. La luce è meno
forte e anche i rumori sono spariti, adesso sono più tranquilla e non piango
più. Ho fame cerco di farlo capire alla mia mamma, muovo la testa e la lingua.
Dopo un po’ vedo
davanti a me una grande cosa tonda scura che ha lo stesso odore della mia cara
piscina calda. Il mio istinto mi dice che è lì che troverò da mangiare e così
spalanco la bocca e inizio a succhiare e piano piano inizio a bere qualcosa di
buonissimo e con un sapore che già conosco.
Il mondo intorno a me
è tutto sfuocato vedo solo colori e forme, l’unica cosa che vedo e ricordo è il
volto della persona che mi culla e mi nutre, la stessa persona che mi chiama sempre
“amore mio”.”
“Ecco,
il neonato si è staccato dal seno. Ha fatto la sua prima poppata, neanche
mezz'ora dopo esser nato, trascinandosi grazie al suo istinto come
un piccolo verme verso l’odore e il sapore del capezzolo materno. Ha riconosciuto la sua mamma,
dalla voce, ma anche, certamente, da qualcosa d’altro; dal ritmo e dai toni del
cuore, dalle caratteristiche speciali di quel ritmo e di quei toni; inconfondibili
giacché li ha ascoltati, sempre quelli, sempre gli stessi, più
forte e più piano, ma sempre quelli, per nove mesi; forse l’ha riconosciuta
anche dal gusto del colostro che magari ricorda vagamente il gusto del liquido
amniotico che ha bevuto per tanto tempo.”
Brano tratto da un articolo del sito uppa.it https://www.uppa.it/nascere/neonato/sviluppo-della-vista/
Dopo questi due racconti dei primi attimi di vita vi spiego adesso quali sono le competenze dei neonati.
L’udito è
completamente sviluppato nei neonati e i piccoli con udito normale possono
spaventarsi per suoni forti, ascoltano con calma e attenzione la voce della
mamma. Anche il battito
del cuore materno lo rassicura molto. I neonati apprezzano la musica, con una predilezione per quella
classica rispetto al rock.
I neonati sembrano preferire le voci a tono più alto (quella
della mamma) alle voci a timbro più basso (maschi). Hanno anche la capacità di
assuefarsi a suoni forti dopo averli sentiti più volte.
La maggior parte dei bambini alla nascita ha gli occhi grigi
o azzurri ma molti cambiano colore nei primi 6 mesi di vita. Nei primi mesi i
movimenti degli occhi dei bambini possono essere scoordinati e i piccoli
possono sembrare strabici. Alla nascita i neonati sono in grado di mettere a
fuoco solo le cose poste ad una distanza di circa 20-25 cm, all’incirca quanto
dista il volto della mamma quando il piccolo è in braccio durante la poppata.
Il resto viene percepito invece in maniera sfuocata. I neonati distinguono luci
e ombre ma non distinguono bene i colori. Ciò che lo attrae maggiormente sono i
lineamenti dei volti umani, ma anche i contrasti (bianco e nero), le tinte
molto forti (specie il rosso) e le figure in movimento. Il neonato è
perfettamente in grado di seguire con lo sguardo qualcosa, girando gli occhi, a
patto, però, che lui sia ben fermo. Già dalle prime settimane i neonati sono in
grado di seguire o fissare gli oggetti; la messa a fuoco migliora gradualmente
durante i primi 2-3 anni.
Bisogna notare come
il capezzolo e l’areola a fine gravidanza diventa più scuro e grande, questo perché
aiuta il neonato a trovarlo più facilmente.
Le papille gustative iniziano a formarsi durante lo sviluppo
fetale. I neonati preferiscono i sapori dolci a quelli aspri ed amari.
Verso la fine
del terzo trimestre, il piccolo è già in grado di tirare fuori la lingua per
"assaggiare" il liquido amniotico, percependo il gusto degli alimenti
che la mamma ha mangiato. Ecco perché, alla nascita, il senso del gusto è già
piuttosto sviluppato. I sapori che gli piacciono di più sono quelli ai quali è
stato abituato nel corso dei nove mesi.
La raccomandazione, per le donne che allattano al seno, è quindi quella di mantenere un’alimentazione simile a quella seguita durante la gravidanza, così che il latte continui ad avere un sapore gradito al piccolo.
La raccomandazione, per le donne che allattano al seno, è quindi quella di mantenere un’alimentazione simile a quella seguita durante la gravidanza, così che il latte continui ad avere un sapore gradito al piccolo.
I centri olfattivi
del cervello si formano molto presto durante lo sviluppo fetale. Diversi studi
hanno provato che i neonati hanno un ottimo olfatto. Dopo i primi giorni di
vita iniziano a mostrare una spiccata preferenza per l’odore della mamma e in
particolare per il latte materno. Già a poche ore dalla nascita, il
piccolo è in grado di percepire l’odore della mamma. Riesce inoltre a
riconoscere l’odore del latte materno, distinguendolo da quello di altre donne.
È importante sapere che sopra l’areola del seno materno, sono
posizionate delle ghiandole chiamate tubercoli del Montgomery che secernano una
sostanza dello stesso odore del liquido amniotico. Questo liquido attrae i
neonati con il suo odore familiare e li guida verso il capezzolo
Durante gli ultimi mesi di gravidanza il feto è stretto
nell'utero con braccia e gambe raccolte. Alla nascita i piccoli sono
improvvisamente proiettati in un mondo grande e freddo, le loro braccia e le
loro gambe sono d’un tratto libere di muoversi: questa nuova libertà li può
spaventare e agitare. Mettere una mano sulla pancia del piccolo o abbracciarlo
può farlo sentire al sicuro. Anche avvolgerlo dolcemente in una coperta può
essere una tecnica efficace per i bimbi che hanno bisogno di sentirsi raccolti
e rassicurati. I neonati si calmano se tenuti in un marsupio o in una culla. Al
bebè piace molto essere accarezzato e massaggiato, così come essere cullato: la
sensibilità vestibolare - quella che gli dà il senso dell’equilibrio - è molto
acuta nel neonato, perché nel feto si sviluppa già all'inizio del secondo
trimestre di gravidanza. Il movimento, del resto, è qualcosa con cui il piccolo
dentro il pancione convive costantemente, cullato com'è dallo stesso respiro
della mamma.
Il neonato alla nascita è molto competente e nelle prima 2h
dopo il parto può sapere più cose della
madre.
Se nato da un parto non medicalizzato e lasciato fare da solo
senza aiuto è in grado di attaccarsi al seno autonomamente e succhia
correttamente.
Al momento della nascita i neonati se posti pelle a pelle
della madre sono in grado di attaccarsi al seno, la loro temperatura si
autoregola con quella materna e il bambino si calma con il suono della voce e
del cuore, quindi il contatto pelle a pelle se ci sono condizioni di salute
buone è da preferire.
La ricerca sull'abilità del neonato di muoversi sulla pancia
della madre verso il seno, di attaccarvisi senza aiuto e di succhiare
correttamente è stata pubblicata già nel 1990 sulla rivista medica «The Lancet»
(Righard e Alade, 1990).
I bambini nati da parti medicalizzati fanno più difficoltà ad
attaccarsi immediatamente al seno, ma con l’aiuto di una ostetrica anche in questo
caso il bambino verrà allattato al seno, ci vuole solo un po’ più di pazienza.
Sitografia
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