Il tempo dell’Attesa - Maternità in rubrica

 MATERNITA’ IN RUBRICA

Il tempo dell’Attesa  




“Due lineette, due lineette, in fondo cosa sono?”
Elena aveva letto tutti i manuali di biologia biomedica che figuravano nella sua libreria. Non riusciva a spiegarsi come la scienza, nella sua perfezione, le continuasse a fare degli sgambetti insidiosi.
Lei e Davide stavano provando da un po’ ad avere un figlio e ogni mensilità, a ridosso del ritorno del ciclo, Elena diventava più irascibile del solito e iniziava ad attuare dei rituali alimentari che la vedevano già nel pieno di una gravidanza non ancora arrivata. Niente vino, pesce stracotto e carni ben cucinate dal suo Davide, che doveva evitare anche spezie di troppo per paura che subentrassero nausee improvvise.
Non era stato facile, per loro, decidere di avere un figlio oltre la soglia dell’età media, 39 anni lei, 45 lui. Era come se il momento fosse arrivato troppo tardi e il lavoro avesse assorbito entrambi costituendo buona parte dell’ultima decade di vita.
Di lineette singole ne avevano già viste parecchie apparire sul piccolo schermo di quel piccolo stick di gravidanza e ogni volta era un tuffo nel cuore, una voragine di dolore e speranze spazzate via dal vento.
Elena continuava a crederci e Davide assecondava più disinteressatamente le sue iniziative intime, sperando di acquietare l’ansia della compagna. Avevano fatto esami e visite specialistiche al fine di trovare una causa sconosciuta e difficilmente definibile alle loro “singole lineette”.
Nulla era certo, tanto era nelle mani della vita.
Elena sapeva tutto ciò che le sarebbe potuto accadere se una piccola creatura avesse iniziato a nascere all’interno del suo corpo, e ogni singolo movimento organico veniva percepito come possibile segnale di vittoria.
Tanti erano stati i falsi allarmi collezionati fino ad allora.

Non dimenticherà mai, però, quella piccola macchia di sangue che qualche giorno prima le aveva sporcato le lenzuola e che pensava già segno anticipatorio di sconfitta.
Era stata una settimana turbolenta a lavoro in ospedale e non aveva alcuna intenzione di fermarsi e piangersi addosso.
Aveva segnato sul suo calendario la data ipotetica del ritorno del nuovo ciclo e attendeva quel giorno per poter verificare nuovamente il tutto.
Davide tentava di cambiare spesso argomento, di alleggerire Elena del peso che portava addosso, ancor prima di veder crescere il suo bambino in pancia.
Quel giorno del calendario non è mai arrivato.
Elena era a lavoro, il lunedì precedente, ed un colpo di calore in pieno luglio le aveva rigirato lo stomaco facendole perdere i sensi.
La sua cara amica e confidente Stefania, infermiera di fiducia, le aveva fatto delle analisi di routine e non solo. Alla riconsegna dei suoi test di laboratorio, Stefania si era avvicinata insieme al medico di turno e aveva urlato alla sua amica incredula “Elena, sei incinta!”.



Il tempo dell’attesa.
Una stagione gloriosa, diversa dal passato, che segna l’inizio di un nuovo futuro.
L’attesa è una figura importantissima della maternità e rivela che il figlio viene al mondo come una trascendenza incalcolabile, impossibile da anticipare, destinata a modificare il volto del mondo. (Recalcati, 2015). La madre vive nell’attesa, nella pazienza dell’attesa, custodendo un frutto ancora sconosciuto a se stessa.
L’attesa di un bambino è un momento di grande trasformazione per entrambi i genitori: un lungo rito di passaggio dalla condizione di figli a quella di madri e padri che rimette in gioco la loro stessa identità. Nella donna questo cambiamento è ancor più radicale: si modifica il corpo, l’immagine che ha di sé e della sua femminilità.
Tanti sono gli interrogativi che si affacciano alla porta del nuovo tempo, primi fra tutti “sarò una buona madre?”, “sarò un buon padre?”.
Il tempo della gestazione psichica è un tempo fondante. L’attesa fa crescere il grembo psichico in parallelo a quello biologico e condiziona la qualità del dialogo tra madre e bambino che è biochimico, emozionale ed energetico.
La gestazione è un tempo sacro, è il paradigma del tempo necessario per concepire un figlio e portarlo a nascere bene. E’ la metafora perfetta del tempo necessario per concepire un’idea, un progetto, un sogno, e portarli a compimento.
La gravidanza ci insegna che il tempo creativo si muove nel grembo fisico e nel grembo psichico, altrettanto importante di quello biologico. L’attesa accende il Kairos, il tempo benedetto, il tempo di luce, che porta a concepire e realizzare i nostri progetti migliori, in antitesi al Cronos, il tempo oscuro e divorante.
La gestazione ci riporta, dunque, ad un senso sano del tempo, rallentato, per costruire la vita, per cambiare dentro e fuori di noi.
L’attesa di un figlio si trasforma così in un tempo regressivo, in cui ripensare all’infanzia, ai legami con i propri genitori, agli aspetti più profondi e a volte ancora oscuri, irrisolti della propria storia. La gioia, la soddisfazione, la felicità vengono spesso accompagnati da ansie, incertezze e paure con cui è importante confrontarsi anziché provare a rimuoverle.

Nel quadro dei sintomi fisici che accompagnano l’inizio di una gravidanza, come le nausee ed altri privi di cause organiche, appaiono possibili disturbi psicosomatici che rappresentano l’espressione corporea di un’ansia interiore che si reprime e trova l’unico sbocco nel disagio fisico.
Le pulsioni aggressive, altra faccia dell’amore per il proprio bambino e per la propria condizione, riflettono l’ambivalenza presente in ogni sentimento autentico, vitale.
Il figlio comincia, così, ad abitare la mente della donna nutrendosi dei suoi pensieri, dei suoi sogni e delle sue fantasie ma è anche qualcosa di molto concreto: un “altro” che abita il suo corpo e si nutre della sua sostanza. Freud (1925) ci ricorda che “c’è molta più continuità tra la vita uterina e la prima infanzia di quanto non faccia supporre l’impressionante cesura della nascita”.
Nell’utero materno il bambino prepara gli strumenti per poter sopravvivere dopo la nascita e percepisce un’infinità di sensazioni piacevoli o meno a cui si abitua: alcune gli rimarranno impresse tutta la vita dandogli un senso di tranquillità, di sicurezza e fiducia.
La nascita di un figlio è un evento che non prevede ritorno, non lascia nulla come prima: un figlio ci rende genitori per sempre.


La dolce e consapevole Attesa
Una delle cose che s’imparano durante una gravidanza è la pazienza.
Una gravidanza umana dura in media circa 40 settimane, periodo in cui il corpo di una donna subisce tantissimi cambiamenti. Cambiano i livelli ormonali, si modifica il circolo sanguigno, si spostano gli organi interni, si modifica l’utero e tutto l’apparato genitale.
La gravidanza non è una “malattia” per cui bisogna rivolgersi al medico: è un momento del tutto fisiologico per la donna. Se la gravidanza è a basso rischio e non ci sono complicazioni, si può essere seguite da un'ostetrica libero professionista o del sistema sanitario nazionale; in caso di fattori di rischio si può essere seguite dal ginecologo in collaborazione con l'ostetrica.

Se la gravidanza è un momento di felicità e serenità per il pensiero comune, in realtà molte donne convivono per lunghi periodi con veri e propri disturbi che possono rendere veramente difficile affrontare la vita quotidiana: nausee, pirosi gastrica, crampi, stipsi, vene varicose, epistassi (sangue che esce dal naso), fare pipì di frequente, emorroidi, sonnolenza, mal di schiena, smagliature, ecc. 
Potete rivolgervi all’ostetrica per trovare una soluzione per migliorare questi disturbi.
(https://ostetricarosamaria.blogspot.com/2019/01/disturbi-in-gravidanza.htmlI)


Tempo dell’attesa: quali esami durante la gravidanza?

Sono diversi gli esami che si possono eseguire in gravidanza. Sarà il professionista che vi segue a consigliarvi o raccomandarvi cosa fare.
Il sistema sanitario nazionale fornisce gratuitamente un elenco di esami raccomandati dall’OMS e dalle linee guida internazionali:



Le linee guida internazionali raccomandano 2 ecografie in gravidanza, quella del primo trimestre e quella del secondo trimestre, mentre l’ecografia del terzo trimestre è raccomandata solo in determinati casi.

Prima di 13 settimane si effettua l'ecografia del primo trimestre per vedere se c'è l'embrione, il numero  di  embrioni,  la  sua/loro  camera  gestazionale  e  per   datare   la   gravidanza. 

L’ecografia del secondo trimestre va eseguita, invece, tra 19 e 21 settimane e serve per visualizzare l'anatomia fetale e se ci sono anomalie. 

Se la mamma o il feto non hanno complicazioni, si può tenere sotto controllo la gravidanza durante il terzo trimestre, con la misurazione sinfisi fondo (per misurare la crescita), con le manovre di Leopold (per vedere la posizione), con l'auscultazione del battito cardiaco fetale.

Tutto questo può essere fatto da un’ostetrica o da un ginecologo libero professionista o del consultorio.



Durante gli incontri, l'ostetrica raccogliendo informazioni anamnestiche vi consiglierà lo stile di vita adatto a voi, suggerendo eventuali cambiamenti nell'alimentazione, nell'attività fisica, nel lavoro, ecc.

Il consiglio è di dedicare un po' di tempo per voi: in questo tempo di attesa, cercate di accogliere i cambiamenti del vostro corpo, ascoltatevi e godetevi i movimenti del vostro bambino che inizierete a percepire verso la 20°settimana!

In questo periodo dedicatevi anche dei momenti di relax, leggendo un buon libro sul tema: “Venire al mondo e dare alla luce” di Verena Schmid e “Per una nascita senza violenza” di Leboyer.


Ultima cosa: sarebbe importante poter partecipare a corsi di ginnastica o nuoto in gravidanza e soprattutto al corso di accompagnamento alla nascita, previsto nell’ultimo trimestre e che può aiutare molto i genitori ad accogliere il nuovo membro della famiglia.


Al prossimo articolo!




Bibliografia e Sitografia

Finzi V. S., Battistin A., (1997), A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni. Mondadori, Milano. 

Freud S. (1925) Inibizione, sintomo e angoscia. B. Boringhieri, Torino, 1981

Pellai A., (2015) L’attesa. Il percorso emotivo della gravidanza. Erickson, Trento.

Recalcati M., (2015) Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno. Feltrinelli, Milano.

https://ostetricarosamaria.blogspot.com/2018/05/acido-folico-in-gravidanza.html

https://ostetricarosamaria.blogspot.com/2019/01/il-fumo-in-gravidanza.html

https://ostetricarosamaria.blogspot.com/2018/11/come-sta-il-mio-bambino-gli-strumenti.html

https://ostetricarosamaria.blogspot.com/2018/07/gravidanza-e-lavoro.html

https://ostetricarosamaria.blogspot.com/2018/07/cardiotocografiain-pillole.html

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1436_allegato.pdf


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