Le stimolazioni sensoriali in gravidanza - Maternità in rubrica
MATERNITA’ IN RUBRICA
Le stimolazioni sensoriali in
gravidanza
“Tum, tum, tum”.
Questo suono regolare mi accompagna da
sempre.
Non so quando è stata la prima volta che
l’ho ascoltato.
C’è sempre e mi fa sentire al sicuro.
Sono diversi i suoni che percepisco
intorno a me; sento spesso un suono dolce e rassicurante: “bambina mia, amore”.
Chissà cosa vogliono dire queste cose, ma hanno un bellissimo suono.
Mi piace tanto muovermi nella mia casetta
piena di acqua calda: faccio le capriole, muovo le gambe e gioco con il mio
cordone”.
Oltre a nuotare mi piace tanto bere il
liquido, ma non ha sempre lo stesso sapere: a volte è dolce e mi piace, altre
volte, invece, è amaro. Anche il suo odore non è sempre lo stesso.
Ogni tanto apro gli occhi e vedo entrare
nella mia casetta una leggera luce e mi piace osservarla.
Mi piace tanto la mia casa, mi sento
protetta e sicura.”
Durante la gestazione ogni madre
accoglie nel proprio grembo il futuro nascituro avviando un primo processo di comunicazione tra
la madre ospitante e l’ospite, ovvero il piccolo feto.
Comunicare con il proprio
bambino in gravidanza è una pratica nota con il nome di bonding prenatale (to bond = legare, relazionare) e sta ad indicare
l’insieme delle modalità relazionali e comunicative tra madre e bambino durante il periodo della gravidanza.
Le ultime conoscenze sul bambino intrauterino avvalorano l’idea per
cui egli sia un essere sensibile e intelligente. Le sue
caratteristiche psicofisiche, infatti, sono inscritte solo in parte nel
patrimonio genetico sin dal concepimento e le stimolazioni del contesto
ambientale prenatale possono integrarsi alle stesse, sollecitando la sua
plasticità neurale.
La comunicazione
prenatale è basata sulla voce, i suoni,
il movimento, la tattilità, la stimolazione della vista e sull’apprendimento di
una gestione più
consapevole del vissuto psichico e verbale che la madre è in grado di
trasmettere al bambino durante la gravidanza.
La nascita è un evento traumatico che comporta un enorme
cambiamento nel vissuto madre-bambino. Il tipo di relazione che riusciremo a
instaurare con lui durante i 9 mesi, specialmente negli ultimi tre, assume,
pertanto un valore molto importante.
Se la mamma è
spaventata, arrabbiata o ansiosa, il battito cardiaco del bambino accelera
e potrebbe cominciare a calciare perchè reagisce ai “messaggi” chimici che gli
vengono inviati, come l’aumento nel rilascio del cortisolo, ormone dello
stress.
Situazioni di
ansia e rabbia che si risolvono in fretta non sono necessariamente dannose per
il bambino, ma se protratte a lungo potrebbero influenzare la sua capacità futura
di far fronte alle difficoltà emotive.
Il medico
olandese Frans Veldman è stato il fautore del termine Aptonomia, la “scienza del
toccare e del sentire, nella sua dimensione intima e affettiva” (Veldman,
2015). Essa consiste nell’entrare in contatto col bambino attraverso il tatto
e si può praticare dal quarto/quinto mese di gravidanza, da quando, cioè, i
movimenti del bambino iniziano ad essere percepiti.
Si prova a
cercare un contatto attivo, ossia una reazione da parte del feto. Si inizia con
una fase di rilassamento muscolare del diaframma, del perineo e di tutti i
muscoli addominali, poi si passa attraverso il controllo della respirazione per
arrivare al contatto vero e proprio.
Il bambino che
può sentire il contatto amorevole a partire dal grembo materno rivive un
piacere e una conferma di sé che contribuiscono alla costruzione della sua
sicurezza affettiva ed emotiva, mentre i genitori si trovano confermati nella
loro identità di madre e padre.
Tutto ciò è a
favore dello sviluppo dell’attaccamento prenatale.
Il bambino ha
la capacità di memorizzare alcuni suoni sentiti nella sua vita intrauterina: il
battito cardiaco, ma anche la voce materna e paterna e addirittura alcune
favole. Per una madre che vuole instaurare una relazione con il proprio figlio
in una fase precoce è molto importante che gli parli, attirando la sua attenzione
con la sua voce, abituandosi all’idea di nutrire un esserino indipendente da
lei.
Inoltre,
alcuni studi mettono in risalto l’utilità del dialogo materno per lo sviluppo
delle strutture linguistiche postnatali: se dovesse mancare la voce della mamma
nel periodo di gestazione potrebbero essere compromesse le future capacità di
ascolto e di linguaggio del bambino.
Il cervello,
inoltre, sollecitato dal linguaggio materno e paterno subisce mutazioni
strutturali ed un aumento di connessioni neuronali.
Instaurare un
legame affettivo col proprio bambino durante la vita intrauterina significa
confermargli, giorno per giorno, la scelta di aver generato consapevolmente un
individuo degno di essere amato.
Quali sensorialità?
Durante i primi mesi di gravidanza si formano quasi tutti gli
organi e i sensi del feto:
- Il tatto si
sviluppa intorno alla 7a- 8a settimana di gestazione;
- Entro l’11a settimana di gravidanza la
formazione dei recettori olfattivi del feto è già completa e poco più avanti si formano le
narici (15a settimana). È il motivo per cui, già a poche ore dalla nascita, il
piccolo è in grado di percepire l’odore della mamma.
- Le papille gustative si formano fra la 12a e la 13a settimana di gestazione. Verso
la fine del terzo trimestre, il piccolo è già in grado di tirare fuori la
lingua per "assaggiare" il liquido amniotico, percependo il gusto
degli alimenti che la mamma ha mangiato e assaggiando
le fragranze che provengono dal mondo esterno.
Coccolare il proprio bambino, in tal
senso, significa perciò proporgli una dieta variegata che risponda alle
abitudini alimentari corrette così che abbia l’opportunità di “assaggiare” ogni
gusto per poi ritrovarlo trasformato nel latte materno. Così, viene a
conoscenza persino dei sentimenti di avversione o predilezione che la sua mamma
sperimenta durante la gravidanza.
- Gli occhi del feto, e con essi il senso
della vista, si sviluppano tra il primo e il secondo
trimestre di gravidanza; i movimenti oculari avvengono già tra la 15a e la 17a
settimana di gestazione, mentre le palpebre restano chiuse fino alla
22a-23a settimana.
- Per ultimo si sviluppa l’udito (matura nella sua funzionalità verso la
25a-26a settimana).
I bambini in pancia riescono a distinguere
i suoni, in particolare la voce materna e il battito cardiaco materno! Durante
la gravidanza molte mamme notano che il feto scalcia o sobbalza in risposta a
rumori forti, e si tranquillizza con musica dolce e rilassante
Attività utili: come stimolare la vista?
Un’attività che si può fare in questo caso è il gioco della
luce, in altre parole, invitiamo a porre una luce, come quella di una torcia, a
qualche centimetro dal pancione e muoverla a destra e sinistra: spesso i feti
rispondono con dei movimenti in quelle zone! Questa tecnica può essere usata
anche per favorire il cambio di posizione di bambini podalici: in questo caso
la luce va dall’alto verso il basso, per far ruotare il bambino.
Come stimolare l’udito?
Parlate al
vostro bambino, ripetete suoni monosillabici, leggete una storia, cantate una
ninna nanna (vedrete poi, alla nascita che se la ricorderà), fategli ascoltare
la musica o il suono di un carillon, raccontategli di voi! Anche indossare con
frequenza il noto ciondolo “chiama angeli” è un modo per attivare l’udito dei
piccoli: una volta nati, i bambini che in grembo hanno costantemente udito il
tintinnio della collana lo riconoscono e lo associano come rumore familiare.
Sapete che la voce della mamma, amplificata dalla cassa toracica,
raggiunge il vostro bambino con un’intensità circa 5 o 6 volte superiore
rispetto a quella di un’altra persona?
Il bimbo è abituato alla voce della mamma e quando la sente,
risponde con movimenti e calci.
Parlare con il bambino nella pancia può sembrare sciocco, ma
in realtà non lo è per niente! In questo modo impara ad abituarsi al suono
della voce materna che poi riconoscerà dopo la nascita.
Il ritmo e il tono della voce della mamma, ma anche quella
del papà che ha un tono più basso, rassicurano il bambino e lo cullano dolcemente.
E’ importante condividere il momento
dell'ascolto, mettendosi in relax e scegliendo musica armonica e rilassante
come Bach o Haendel.
Attività con la pancia
Trovate
un momento per mettervi comode e rilassate, magari sdraiate
sul fianco, massaggiatevi la pancia o giocateci. Quando lo sentite muovere,
rispondetegli con una carezza o fate scorrere un dito sulla pancia: il bimbo
proverà a inseguirlo!
Un’altra
attività da fare con il pancione e i genitori è il Belly painting, una tecnica che consiste nel decorare
e colorare il pancione. Può essere fatto dai genitori o da body painter professionisti.
Questo momento serve ad unire maggiormente la coppia in una fase molto delicata
e importante della vita della mamma che, in questo modo, trascorre ore
spensierate. Il belly painting, infatti, ha la grande capacità di rilassare la
partoriente e di immergerla in un’atmosfera fantastica e giocosa, che aiuterà
sia lei sia il piccolo ad affrontare con serenità le ultime settimane di
gestazione.
Il belly
painting può essere utilizzato anche per foto ricordo e come un modo
allegro per dare alla famiglia la notizia del sesso del futuro bebè. Bisogna
però utilizzare prodotti idonei, quindi no trucchi della mamma, no colori di
carnevale del supermercato, ma colori atossici e ipoallergenici che siano soprattutto facili da
rimuovere.
Il vostro bimbo percepisce ognuna di queste esperienze
sensoriali. Il compito di voi mamme è soprattutto trasmettere sensazioni
positive al vostro bambino e dedicarvi dei momenti di relax. Questo aiuterà lo
sviluppo fetale e allevierà le paure.
Coccolatevi, dunque, e preparatevi a un incontro che
vi cambierà la vita!
Al prossimo articolo!
Bibliografia e
Sitografia
Ferrari G., (2005) La
comunicazione e il dialogo nei 9 mesi. Guida
all'ascolto attivo, al dialogo e alla comunicazione psicotattile con il bambino
durante la gravidanza. Edizioni Mediterranee: Roma.
Veldman S. (2015), Haptonomie. Scienze de l’affectivitè.
Paris: Presses Universitaires de France.
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