Il parto rispettato - maternità in rubrica

MATERNITA’ IN RUBRICA

 

Il Parto Rispettato



Cecilia aveva preparato da mesi la sua valigia per l’ospedale, tra i mille scrupoli del “potrebbe servire” e tante accortezze da primipara.

Sognava spesso, nell’ultimo periodo, quello straordinario momento del parto.

Aveva iniziato a sintonizzarsi sull’esperienza del dolore che l’avrebbe attesa, facendosi forza nell’idea che sarebbe stato tutto, in fondo, sopportabile pur di veder nascere la sua piccola bambina. Mancavano un paio di settimane al termine previsto ed immaginava di dover attendere qualche giorno in più, rubato alla sua settimana ostetrica.

La gravidanza era stata piuttosto lineare, ma la fatica del pancione, i suoi chili di troppo e la respirazione affannosa l’avevano affaticata nell’ultimo periodo, costringendola ad un tempo di riposo. 

I racconti delle sue amiche incinte narravano di ultimi momenti tragicomici, di corse all’ospedale con taxi, di mariti imbottigliati nel traffico o di travagli lunghi giorni, conclusisi con un inevitabile cesareo. “E’ inutile ascoltare i racconti degli altri; non lasciarti condizionare; ogni parto è diverso” le diceva la sua vecchia nonna e Cecilia sperava che la sua diversità constasse in una buona dose di fortuna e tenacia.

I giorni passavano indisturbati, tra ansie, paure e speranze.

Il telefono era sempre pronto ad avvertire il suo Dario, che era a lavoro.

Piccole contrazioni e movimenti nel basso ventre avevano accompagnato le sue ultime settimane, finchè una mattina, al suo risveglio, accadde ciò che attendeva da 9 mesi: un liquido caldo e gelatinoso era scivolato sulle sue mutandine sporcandole leggermente di sangue.

Di lì a poco, qualcosa di più grande e sconvolgente sarebbe accaduto.

Nulla sarebbe stato più lo stesso.

 

Una donna che sta partorendo si prepara ad un’esperienza unica di apertura, al lasciarsi andare a un evento che, di natura, è intenso e che si svolge al di fuori del pieno controllo volontario.

Imparare a “sentirsi”, focalizzando l’attenzione sul “qui ed ora” in un atteggiamento di accettazione, e quanto di più utile si possa esercitare già durante i cambiamenti della gravidanza.

Allenare la mente e il corpo a non restare vittime di pensieri sconfortanti è un esercizio di auto efficacia in grado di mobilitare risorse interne ed essere capaci di accogliere il sostegno circostante.

L’esperienza del dolore durante il parto è un fenomeno complesso che può avere un impatto negativo sulla psiche della donna, anche nei giorni successivi alla nascita del proprio bambino.

La donna, dalle prime contrazioni fino ai dolori espulsivi del parto, può essere vittima di una vera e propria crisi emozionale molto intensa, a cui però alcune donne riescono a rispondere mostrando uno stato di serenità e consapevolezza.

Al termine di un dolore sconosciuto, qualcosa di molto più grande sta per accadere.

 

 

 “Ogni parto è unico come lo è ogni donna”

 

Questo motto è quello che dovrebbe risuonare nel cervello durante la gravidanza e anche oltre. Non andrebbero mai fatti paragoni con altri parti: come ogni evento naturale, il parto è imprevedibile e nessuno sa come andrà.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice:

“Ogni travaglio è unico e progredisce a ritmi differenti”

La nascita, infatti, è uno degli eventi più naturali nella vita degli esseri umani. Nonostante negli ultimi anni sia diventata simile ad una malattia da curare, essa è un evento totalmente fisiologico che non necessità assolutamente di interventi medici se tutto rimane nella fisiologia.

Lasciata libera di muoversi e di ascoltare il proprio corpo, senza distrazioni, in un ambiente accogliente, la donna sa esattamente cosa fare, perché il suo cervello arcaico e irrazionale, se non inibito da quello razionale, la guida.

 

Quand’è il momento di andare in ospedale?

 

L’utero di una donna in gravidanza inizia a prepararsi dall’ottavo mese, quando compaiono le cosiddette contrazioni di Braxton-Hicks, caratterizzate dalla sensazione di indurimento della pancia, da scarso o inesistente dolore, irregolare e sporadico. Queste contrazioni iniziano lentamente a preparare il collo dell’utero al momento dell’inizio del travaglio.

La corsa in ospedale, dunque, andrebbe iniziata in caso di:

·       Rottura delle membrane

·       Contrazioni regolari e dolorose, ogni 2-3 min.

·       Perdita di sangue, soprattutto se abbondante

·       Mancati movimenti del bambino

 

Nella migliore delle ipotesi, è necessario che ogni donna possa prendere dei contatti con il proprio ospedale di riferimento. Il luogo ideale in cui poter essere accolte prevede un ambiente caldo, accogliente, con una luce naturale e bassa che aiuta il naturale rilascio di ossitocina nel corpo e che aiuterà il progredire delle contrazioni.

La nascita è un incontro molteplice: tra la mamma e il bambino, tra il piccolo e il mondo esterno e tra i genitori e il loro figlio. Quel bambino desiderato ed immaginato nei mesi precedenti e nel corso della gravidanza, sta per diventare reale.

 

 

Quali sono le fasi del parto?

 

Il parto è costituito da 4 fasi:

1.     Il periodo prodromico o fase latente è il periodo di tempo caratterizzato da contrazioni uterine dolorose, ma irregolari e brevi, che servono a far ammorbidire, accorciare e cominciare a dilatare il collo dell’utero.  Non esiste una durata standard dello stadio latente del travaglio, ma varia ampiamente di donna in donna: potrebbe durare alcune ore come dei giorni.

 

2.     Il periodo dilatante o fase attiva è il periodo di tempo caratterizzato da regolari contrazioni uterine dolorose e modificazioni della cervice che includono un sostanziale appianamento e rapida dilatazione da 5 cm in su sino alla completa dilatazione cervicale, per primipare e pluripare. La durata del travaglio attivo dovrebbe prolungarsi oltre le 12 ore per le primipare e le 10 ore per le pluripare.

3.     La fase espulsiva è quel periodo di tempo tra la dilatazione cervicale e la nascita del bambino, durante il quale la donna ha un’involontaria urgenza di spingere come risultato delle contrazioni uterine espulsive. La durata della fase espulsiva varia di donna in donna: in caso di primipare, il parto generalmente si completa entro 3 ore contro le 2 ore delle pluripare.

4.     Post partum ovvero il dopo parto. Subito dopo la nascita del bambino si taglia il cordone, si vede se il neonato sta bene, si aspetta la nascita della placenta e si mettono eventuali punti, se servono. Per due ore dopo il parto si effettua il contatto pelle a pelle con il bambino e la prima poppata. Madre e bambino vengono controllati e poi portati in camera.



Durante il travaglio le contrazioni permettono di accorciare le fibre muscolari uterine e quindi di far risalire il collo uterino. Le contrazioni insieme alla pressione del bambino, che si sarà messo nella posizione più adatta a nascere, permettono al collo di dilatarsi.

Quando il collo sarà completamente dilatato, il bambino inizierà a scendere, un passettino per volta, lungo il canale del parto. Questo passaggio è un lavoro meccanico molto complesso quindi, anche se la strada non è lunga, richiede del tempo.

 

Ecco alcune immagini e video che potrebbero meglio chiarire il tutto:

 

https://www.youtube.com/watch?v=7UuwDPpjo_U

https://www.youtube.com/watch?v=ZDP_ewMDxCo

 

Assistenza al parto: quali raccomandazioni?

 

Sull’assistenza al parto l’OMS ha redatto delle raccomandazioni diversi anni fa che ancora oggi fanno difficoltà ad essere applicate in diverse parti del mondo.

Ecco le 15 raccomandazioni sull’assistenza al parto:

  1. Per il benessere psicologico della neo-madre deve essere assicurata la presenza di una persona di sua scelta - famigliare o non - e poter ricevere visite nel periodo post-natale.
     
  2. A tutte le donne che partoriscono in una struttura deve venir garantito il rispetto dei loro valori e della loro cultura.
     
  3. L'induzione del travaglio deve essere riservata solo per specifiche indicazioni mediche ed in nessuna regione geografica si dovrebbe avere un tasso superiore al 10%.
     
  4. Non c'è nessuna giustificazione in nessuna regione geografica per avere più del 10% - 15% di cesarei.
     
  5. Non c'è nessuna prova che dopo un precedente cesareo sia richiesto un ulteriore cesareo per la gravidanza successiva. Parti vaginali, dopo cesareo, dovrebbero venir incoraggiati. 
     
  6. Non c'è nessuna indicazione per la rasatura del pube e per il clistere prima del parto.
     
  7. La rottura artificiale delle membrane, fatta di routine; non ha nessuna giustificazione scientifica e se richiesto, si raccomanda solo in uno stadio avanzato del travaglio. 
     
  8. Il monitoraggio elettronico fetale, fatto di routine, deve essere eseguito solo in situazioni mediche particolarmente selezionate e nel travaglio indotto.
     
  9. Si raccomanda di non mettere la donna nella posizione supina durante il travaglio e parto. Si deve incoraggiare la donna a camminare durante il travaglio e di scegliere liberamente la posizione per lei più adatta al parto.
     
  10. L'uso sistematico dell'episiotomia non è giustificato.
     
  11. Il neonato in salute deve restare con la madre ogni volta che le condizioni dei due lo permettano. Nessun processo di osservazione della salute del neonato giustifica la separazione della madre.
     
  12. Si deve promuovere immediatamente l'inizio dell'allattamento persino prima che sia lasciata la sala parto.
     
  13. L'allattamento costituisce l'alimentazione normale e ideale del neonato e dà allo sviluppo del bambino basi biologiche ed effetti impareggiabili.
     
  14. Durante il travaglio si dovrebbe evitare la somministrazione routinaria di farmaci se non per casi specifici.
     
  15. In gravidanza si raccomanda un'educazione sistematica sull'allattamento al seno, poiché attraverso un'educazione ed un sostegno adeguato tutte le donne sono in grado di allattare il proprio bambino al seno. Si deve incoraggiare le madri a tenere il bambino vicino a loro e ad offrirgli il seno ogni volta che il bimbo richiede. Si raccomanda di prolungare il più possibile l'allattamento al seno e di evitare il complemento di aggiunte. Una madre in buona salute non ha bisogno di alcun complemento fino a 4 - 6 mesi di vita del bambino.

 

 

A tutte le donne deve essere riservata lo stesso tipo di assistenza che include dignità, privacy e riservatezza, in un’ottica di parto rispettato.

Ogni donna dovrebbe essere responsabilizzata alla scelta informata e supportata in maniera continua.

Durante il travaglio andrebbe lasciato alla donna il diritto e la possibilità di scegliere:

·       il compagno che vuole vicino

·       il metodo per la gestione del dolore

·       libertà di movimento durante il travaglio

·       posizioni libere durante il parto

La posizione deve essere per la donna confortevole e non forzata: spesso la posizione in cui è più comoda è quella giusta per la progressione del feto.

Naturalmente la scelta della posizione dovrebbe garantire la possibilità di valutare il benessere fetale e, nel caso in cui questo non sia possibile, la donna è invitata a cambiare posizione.

 

 

 

 


 

Tecniche analgesiche

 

L’uso di tecniche per il sollievo dal dolore durante il travaglio è raccomandato in base ai bisogni e alle preferenze della donna. Tra queste abbiamo:

  • Analgesia epidurale
  • Uso di oppioidi
  • Massaggio e tecniche di rilassamento

In alcuni ospedali, esiste anche la possibilità di partorire in acqua. L’acqua allevia il dolore, rilassa, permette al bambino una nascita meno traumatica e aiuta molto il travaglio. Se non si ha la possibilità di partorire in vasca, una doccia calda può aiutare molto.

Durante la fase delle spinte le ostetriche utilizzano delle tecniche per ridurre il trauma perineale, esse includono:

•          massaggio perineale

•          impacchi caldi

•          sostegno del perineo (hands on)

L’uso di episiotomia e pressione sul fondo dell’utero non sono raccomandati di routine, ma solo in casi di urgenza.

Dopo il parto il cordone viene tagliato solo quando ha smesso di pulsare e il bambino e tenuto sulla pancia della mamma pelle a pelle.

Le procedure raccomandate per il neonato sono:

  • skin to skin con la madre per prevenire ipotermia e favorire l’allattamento
  • Allattamento precoce al seno anche per i neonati con basso peso alla nascita
  • profilassi di vitamina K: 1 mg di vitamina K intramuscolo dopo il parto per prevenire malattie emorragiche (entro due ore dal parto)

 

Dopo il primo bagnetto, che si può fare anche 24 ore dopo la nascita del bambino, ogni donna sperimenta l’inizio di una nuova grande avventura insieme al proprio piccolo!




Al prossimo articolo!

 


 

Bibliografia e Sitografia

http://lareviewdellostetrica.com/2018/02/16/ultime-linee-guida-oms-unesperienza-positiva-del-parto/#:~:text=Le%20nuove%20raccomandazioni%20WHO%20riconoscono,prolungano%20oltre%20le%2010%20ore.

https://ilpartopositivo.com/about/

https://www.uppa.it/nascere/parto/esperienza-positiva-nascita/


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